Il mattone, fatto con l'argilla dei fiumi, usato per edificare costruzioni molto vicino al corso d'acqua stesso. Con il passare del tempo gli vengono preferiti altri materiali, e i muri vengono riassorbiti dalla natura circostante. Crollano, il rosso si sbriciola nel verde e viene coperto di muschio. Si chiude il ciclo, per il mattone che veniva usato secoli fa per i castelli così come quello che in pochi decenni ha visto trascorrere velocemente tutto il suo percorso, dall'acqua alla fornace. Dalla fornace alla casa. Stanze in cui sono successi avvenimenti di ogni tipo, si sono spenti lentamente per sempre ed ora c'è solo silenzio e il sole di un tramonto invernale, ancora troppo caldo per far finire il sogno.
Il Verde ed il Nero
alla ricerca di un'ombra invincibile
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La città X dove vivo. Una foto del genere non è per rendere idillico ciò che
non vuole esserlo. E' un'intenzione di natura post-umana. Tranquilla nelle sue vicende complesse, priva di empatia ecologica. L'alba sfumata di caldo che succede ad una mattinata post atomica. Albero proteso senza limiti nel sogno eterno di un sopravissuto ad ogni tentativo di civiltà.
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